Dalle profondità dell’Universo una popolazione di galassie nane

largenumberoUn team di ricercatori, guidati da astronomi dell’University of California, Riverside, ha individuato per la prima volta una vasta popolazione di galassie nane remote, che potrebbe rivelare importanti dettagli sul periodo più fertile della formazione stellare, miliardi di anni fa. Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal.

Si ritiene queste galassie in miniatura siano incredibilmente importanti per la nostra comprensione della storia del cosmo e che abbiano giocato un ruolo significativo nel trasformare il giovane Universo da oscuro e opaco a luminoso e trasparente, durante l’epoca della reionizzazione.

A dispetto della loro importanza, le galassie nane distanti restano sfuggenti, in quanto sono estremamente deboli e al di là della portata dei migliori telescopi. Ma esiste un metodo per superare questa limitazione. Come previsto dalla teoria della Relatività Generale di Einstein, un oggetto massiccio, come una galassia localizzata lungo la linea di vista, può agire come lente naturale, amplificando la luce proveniente da oggetti di fondo.

Questo fenomeno, noto come lente gravitazionale, può aiutarci a rilevare galassie nane lontane altrimenti invisibili, ed è proprio grazie ad esso che sono state individuate le galassie.

Il team ha utilizzato la Wide Field Camera 3 a bordo del telescopio Hubble per ottenere immagini di tre ammassi di galassie ed ha scoperto una vasta popolazione di galassie nane remote, risalenti a quando l’Universo aveva tra due e sei miliardi di anni, un periodo di formazione stellare molto intensa. In aggiunta il team ha utilizzato dati spettroscopici del Multi-Object Spectrograph for Infrared Exploration (MOSFIRE) sul Keck Observatory per confermare che le galassie appartenevano a questa epoca cosmica.

Le galassie nane individuate sono oggetti da 10 a 100 volte più deboli delle galassie di questo periodo osservate in precedenza. Sebbene siano così fioche, sono molto più numerose delle loro controparti più brillanti e producono più di metà della luce ultravioletta presente nella loro epoca. Dal momento che la luce ultravioletta viene emessa da giovani stelle calde, questo costituisce una riconferma del fatto che le galassie nane ospitavano un numero significativamente alto di nuove stelle nel giovane Universo, e del ruolo fondamentale che rivestono per la nostra comprensione della storia dell’Universo stesso.

[ Barbara Bubbi ]

http://phys.org/news/2016-11-large-dwarf-galaxies-early-universe.html

Credit: NASA, ESA, B. Siana, and A. Alavi

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