Esplosione Cosmica dal Passato

Resto della supernova 1987A

La nuova immagine del resto della supernova 1987A

Tre decenni fa la luce di una titanica esplosione dovuta alla morte di una stella ha raggiunto la Terra. SN 1987A è stata la supernova più vicina osservata dal nostro pianeta sin dall’invenzione del telescopio ed è diventata di gran lunga la più studiata di tutti i tempi, rivoluzionando la nostra comprensione della morte esplosiva delle stelle massicce.

Situata nella Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea, la supernova 1987A è l’esplosione di supernova più vicina osservata in un periodo di centinaia di anni. Ha segnato la fine della vita di una stella massiccia e ha inviato una possente onda d’urto dovuta a materiale espulso nello spazio. La luce proveniente da questo drammatico evento ha raggiunto la Terra il 23 febbraio 1987, quasi si trattasse di un messaggio esplosivo dal passato.

 

Il telescopio Hubble è stato in prima linea nelle osservazioni di SN 1987A sin dal 1990, ed è stata ripresa come obiettivo molte volte negli scorsi 27 anni. Per celebrare il trentesimo anniversario e verificare come si sia sviluppato il resto, Hubble ha immortalato una splendida, nuova immagine dell’esplosione nel Gennaio 2017.

SNR 1987A 1994-2016

L’evoluzione della supernova 1987A fra il 1994 e il 2016 nelle immagini del Telescopio Spaziale Hubble.

Grazie alla sua rilevazione immediata e alla relativa vicinanza alla Terra, SN 1987A è divenuta la supernova più studiata di sempre. Prima di SN 1987A la nostra conoscenza delle supernove era più incompleta, ma studiando l’evoluzione di SN 1987A con eccellente dettaglio, tramite l’utilizzo di telescopi spaziali e terrestri, gli astronomi hanno acquisito informazioni rivoluzionarie sulla morte delle stelle massicce.

Nel 1990 il telescopio Hubble ha osservato per primo l’evento in alta risoluzione, rilasciando un’immagine dell’anello principale che risplende attorno alla stella esplosa. Ha scoperto anche i due anelli esterni più deboli, che si estendono come immagini speculari in una struttura dalla forma a clessidra. Ancora oggi l’origine di queste formazioni non è ben compresa.

SN 1987A

Immagine multibanda della SN 1987A. In Rosso: polvere di recente formazione nel centro del resto di supernova, ripreso dall’ALMA a lunghezze d’onda submillimetriche. In Verde: immagine in luce visibile ripresa dal Telescopio Spaziale Hubble. In Blu: emissione a raggi X da parte del gas caldo ripreso dall’osservatorio orbitale Chandra. Le zone verdi e blu indicano dove l’onda d’urto dell’esplosione sta collidendo con un anello di materiale che circonda la supernova.

Tuttavia osservando il materiale del resto in espansione nel corso degli anni, il telescopio ha contribuito a dimostrare che il materiale stesso all’interno della struttura è stato espulso 20.000 anni prima che avesse luogo l’esplosione. La sua forma ha sorpreso gli astronomi, che si aspettavano una formazione sferica in seguito all’espulsione, ma probabilmente venti stellari più veloci hanno fatto sì che il materiale più lento si accumulasse in strutture simili ad anelli.

L’eruzione iniziale proveniente dalla supernova ha illuminato gli anelli, che poi si sono affievoliti nel corso del primo decennio dopo l’esplosione, fino a che l’onda d’urto della supernova ha impattato contro l’anello interno nel 2001, riscaldando il gas a temperature estreme e generando una forte emissione di raggi X. Le osservazioni di Hubble relative a questo processo hanno portato nuova luce sul modo in cui le supernove possono influenzare le dinamiche e la chimica dell’ambiente circostante.
[ Barbara Bubbi ]

http://www.spacetelescope.org/news/heic1704/

Credit:NASA, ESA, and R. Kirshner (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics and Gordon and Betty Moore Foundation) and P. Challis (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics)

Credit:ALMA: ESO/NAOJ/NRAO/A. Angelich
Hubble: NASA, ESA, R. Kirshner (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics and Gordon and Betty Moore Foundation) and P. Challis (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics) Chandra: NASA/CXC/Penn State/K. Frank et al.

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