Gemme Preziose nel Pozzo dei Desideri

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Questa straordinaria immagine del brillante ammasso stellare NGC 3532, ripresa dal telescopio dell’MPG/ESO a La Silla ricorda un insieme di gemme preziose o il bagliore colorato di luci natalizie. Alcune stelle risplendono ancora di un caldo tono bluastro, ma molte tra le più massicce sono diventate giganti rosse e brillano di una vivace tonalità arancio.

NGC 3532 è un brillante ammasso aperto localizzato a circa 1300 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione della Carena, in uno dei tratti della Via Lattea più ricchi e luminosi dell’intera volta celeste. È noto come Ammasso Pozzo dei Desideri (Wishing Well Cluster), dal momento che sembra cosparso di scintillanti monete d’argento, come quelle raggruppate nel fondo di un pozzo.

Facilmente visibile ad occhio nudo dall’emisfero australe, è stato scoperto nel 1752 dall’astronomo Nicolas Louis de Lacaille, che lo ha osservato dal Sudafrica, ed è stato catalogato 3 anni più tardi, nel 1755. Si tratta di uno degli ammassi aperti più spettacolari in cielo.

Ha un’età di circa 300 milioni di anni, il che lo rende di mezza età secondo gli standard degli ammassi aperti. Le stelle di massa moderata presenti nell’ammasso brillano ancora di un colore bianco-azzurro, ma quelle più massicce hanno già esaurito la loro scorta di idrogeno e sono diventate giganti rosse. Come risultato l’ammasso appare ricco sia di stelle blu che arancioni. Le stelle più massicce nell’ammasso originale hanno già trascorso la loro breve ma sfavillante vita e sono esplose come supernove tempo fa. Sono presenti inoltre numerose stelle meno appariscenti e più deboli, di massa bassa, che vivono più a lungo e brillano nelle tonalità del giallo o del rosso.

Lo sfondo del cielo, in questa ricca regione della Via Lattea, è coronato di stelle. Sono presenti alcune incandescenti nubi gassose e fasce polverose che bloccano la visione di stelle più distanti, probabilmente non connesse all’ammasso, abbastanza vecchio da avere spazzato via nel corso del tempo il materiale nello spazio circostante.
[ Barbara Bubbi ]

https://www.eso.org/public/news/eso1439/?lang

Crediti:ESO/G. Beccari

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