Quadrantidi, le stelle cadenti di gennaio

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Uno dei più importanti sciami meteorici di tutto l’anno, quello di gennaio, delle Quadrantidi, è stato scoperto da un astronomo italiano. È stato infatti Antonio Brucalassi, scienziato (chimico) e letterato, molto impegnato politicamente nella Toscana prima dell’Unità d’Italia, ad accorgersi il 2 gennaio 1825, durante un viaggio ad Arezzo, della grande abbondanza di stelle cadenti nelle notti di inizio anno.

Gli sciami meteorici prendono il nome dalla costellazione da cui appaiono provenire le stelle cadenti e queste meteore furono chiamate Quadrantidi poichè il loro radiante si trovava nella costellazione del Quadrante Murale, costellazione ora inesistente in quanto fu soppressa durante la razionalizzazione delle costellazioni da parte dell’Unione Astronomica Internazionale durante gli anni Venti. Poichè oggi il radiante si trova nella costellazione del Bootes (il Pastore), è anche ammesso, come nome alternativo dello sciame, quello di Bootidi.

Antonio Brucalassi

Lapide sulla casa di Antonio Brucalassi sulla sua casa a Incisa (FI). (Ph. Franco Zatini)

Le Quadrantidi sono uno sciame piuttosto cospicuo, con uno ZHR (tasso orario zenitale: numero massimo di stelle cadenti idealmente visibili in un’0ra) oscillante fra 50 e 300 a seconda degli anni. Per osservarle conviene aspettare le ore piccole in quanto il radiante sorge piuttosto tardi (dopo mezzanotte) e il numero di meteore aumenta con l’altezza del radiante. Si tratta quindi di uno sciame meglio apprezzabile nella seconda metà della notte.

Rimane ancor oggi il mistero sull’origine di queste stelle cadenti. Tutti gli sciami derivano dallo sgretolamento di una cometa (tranne le Geminidi di dicembre, prodotte dall’asteroide Fetonte), ma gli elementi orbitali dei meteoridi che danno vita alle Quadrantidi non conducono univocamente ad un oggetto. Sono state fatte diverse ipotesi. Molto suggestiva quella che la cometa progenitrice abbia avuto in passato un incontro ravvicinato con Giove che l’ha direzionata altrove o sul quale lei potrebbe addirittura essersi schiantata. La cometa C/1490 Y1, osservata nel 1491 da astronomi cinesi, giapponesi e coreani, ha, per quanto si riesce ad evincere da quelle antiche osservazioni, elementi orbitali compatibili con quelli delle Quadrantidi. Anche la cometa Machholz 1 è considerata una candidata progenitrice.

La costellazione obsoleta del Quadrante Murale nell'atlante Urania's Mirror di Sidney Hall del 1824

La costellazione obsoleta del Quadrante Murale, visibile sopra Bootes nell’atlante Urania’s Mirror di Sidney Hall del 1824

Le sorprese non sono finite in quanto nel 2003 è stato scoperto un asteroide (2003 EH1) che si presenta come un forte candidato a progenitore delle Quadrantidi. 2003 EH1 ha dimensioni comprese tra 2,6 e 4 km e c’è il sospetto che possa trattarsi proprio di ciò che resta dell’antica cometa osservata dagli astronomi orientali.

Le Quadrantidi sono visibili dal 2 al 6 gennaio, un periodo piuttosto corto, indice che la loro origine è recente e lo sciame di meteoroidi non si è ancora sparpagliato. Questo dato è coerente con la scarsa dispersione delle tracce meteoriche osservate in fotografia: definiscono un radiante piuttosto compatto. Se il ritmo basale è piuttosto basso, questo cresce rapidamente mantenendosi alto per una ventina di ore, con un ulteriore aumento concentrato in poche ore, che cade solitamente fra il 3 e il 4 gennaio.

In questo articolo abbiamo raccolto i dati di altri sciami meteorici ed i consigli per l’osservazione e per la fotografia delle stelle cadenti.

Collegamenti e bibliografia:
• Il Minor Planet Center rende nota l’ipotesi di identificazione dell’asteroide 2003 EH1 col progenitore delle Quadrantidi: http://www.cbat.eps.harvard.edu/iauc/08200/08252.html
• L’articolo originale di Peter Jenniskens su tale identificazione: http://ephemeris.sjaa.net/0401/e.html
• Cenni biografici su Antonio Brucalassi: http://www.ilvaldarno.info/luomo-che-scopri-le-stelle-cadenti/
• Dettagli tecnici su Quadrantidi e sciami minori di gennaio: http://meteore.uai.it/sciami/2019/gen2019.htm

 

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