Hubble cattura straordinarie, antiche galassie

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L’occhio acuto del telescopio Hubble si è diretto sulle galassie più brillanti dell’Universo nell’infrarosso, 10.000 volte più luminose della nostra Via Lattea.

Le immagini delle galassie, amplificate grazie ad un fenomeno chiamato lente gravitazionale e previsto dalla Relatività Generale di Einstein, rivelano una rete intricata di oggetti deformati, caratterizzati da strutture esotiche e particolari come anelli e archi. Le strane forme sono dovute in gran parte alla gravità delle galassie “lente” in primo piano, che distorce le immagini delle galassie di fondo, e alcune formazioni potrebbero essere state prodotte anche da drammatiche collisioni tra galassie massicce distanti.

“Queste galassie starburst ultraluminose e massicce sono molto rare. Il fenomeno della lente gravitazionale le amplifica cosicchè è possibile osservare piccoli dettagli che altrimenti sarebbero inimmaginabili. Si possono ammirare dettagli con estensione inferiore a 100 anni luce. Vogliamo comprendere cosa alimenti questi oggetti estremi, e la lente gravitazionale ci permette di studiarli in grande dettaglio”, ha detto James Lowenthal dello Smith College a Northampton, Massachusetts, a guida dello studio.

Le galassie risplendono di un tripudio di nascita stellare, formando oltre 10.000 nuove stelle all’anno. Questa fertilità insolitamente rapida avviene durante l’epoca di picco della formazione stellare, oltre 8 miliardi di anni fa. La prolifica frenesia crea una quantità di polveri che avvolge le galassie, rendendole troppo deboli da rilevare in luce visibile. Ma gli oggetti brillano orgogliosamente in luce infrarossa, con luminosità tra 10.000 e 100.000 miliardi di Soli. Secondo il team esistono nell’Universo solo poche decine di queste galassie remote brillanti nell’infrarosso: risiedono in regioni di spazio insolitamente dense, che in qualche modo hanno innescato la rapida formazione di stelle nel cosmo primordiale.

Questi oggetti straordinari possono fornire indizi sulla formazione delle galassie miliardi di anni fa. “Ci sono così tante incognite sulla nascita stellare e galattica”, ha spiegato Lowenthal. “Abbiamo bisogno di comprendere i casi estremi, come queste galassie, così come i casi di mezzo, per avere in mano la storia completa del modo in cui avviene la formazione di stelle e galassie”.

Gli oggetti risalgono ad un periodo tra 8 e 11,5 miliardi di anni fa, quando l’Universo produceva stelle ad un ritmo più forsennato rispetto a quello attuale: la creazione di astri delle galassie è tra 5.000 e 10.000 volte più elevata di quella della Via Lattea. Tuttavia sembra che le galassie ultrabrillanti stiano sfornando stelle utilizzando quantità di gas analoghe a quelle contenute nella nostra galassia. Una questione importante a cui rispondere, quindi, è cosa alimenti questa prodigiosa nascita stellare.

Il team prevede di utilizzare Hubble e l’osservatorio Gemini alle Hawaii, nonchè in futuro il telescopio James Webb, per analizzare al meglio i dettagli di queste remote, straordinarie galassie estremamente brillanti.
[ Barbara Bubbi ]
http://hubblesite.org/news_release/news/2017-24

Credits NASA, ESA, and J. Lowenthal (Smith College)

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