Stelle Intruse ai confini della Via Lattea

384px-sig07-008Le undici stelle più lontane che conosciamo nella nostra galassia si trovano a circa 300 mila anni luce da noi, ben al di là del disco a spirale della Via Lattea. Nuovi studi da parte di astronomi di Harvard mostrano che metà di quelle stelle potrebbero essere state strappate via ad un’altra galassia: la Nana del Sagittario. Per di più, esse appartengono ad un lungo flusso di stelle che si estende per un milione di anni luce nello spazio: 10 volte la larghezza della nostra galassia.

“Le correnti stellari che son state mappate finora sono come torrentelli se paragonati al gigantesco fiume di stelle che ci aspettiamo di osservare in futuro”, afferma la coautrice dell’articolo Marion Dierickx dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA).

La Nana del Sagittario è una delle dozzine di mini galassie che circondano la nostra. Per tutta la vita dell’universo ha fatto svariate volte il giro della Via Lattea. Ad ogni passaggio le maree indotte dalla nostra galassia l’hanno deformata fino a strapparle via parte della sua massa.

 

Dierickx e il supervisore del suo PhD, il teorico di Harvard Avi Loeb, hanno usato modelli computerizzati per simulare i movimenti della Nana del Sagittario negli ultimi 8 miliardi di anni. Per ottenere come risultati dei dati in accordo con le osservazioni, hanno variato la velocità iniziale e l’angolo di avvicinamento alla Via Lattea.

“La velocità e l’angolo iniziali hanno un grande effetto sull’orbita, come potrebbero averlo sulla traiettoria di un missile al lancio” spiega Loeb.

20170111_191717All’inizio della simulazione, la nana del Sagittario pesava all’incirca 10 miliardi di masse solari, l’un percento circa della Via Lattea. I calcoli di Dierickx hanno mostrato che, nel tempo, la sfortunata galassia nana ha perso circa un terzo delle sue stelle e buoni nove decimi della sua materia oscura. Ciò ha comportato la formazione di tre distinte correnti di stelle che si spingono fino a un milione di anni luce dal centro della Via Lattea. Sporgono ben fuori dall’alone galattico costituendo una delle più grandi strutture visibili nel cielo.

Inoltre, cinque delle 11 stelle più distanti della nostra galassia hanno posizioni e distanze che coincidono con quelle che ci si aspetterebbe per le stelle strappate alla Nana del Sagittario. Le altre sei non sembrano far parte di quella compagnia ma potrebbero essere state sottratte ad un’altra galassia nana.

Progetti di mappatura come la Sloan Digital Sky Survey hanno individuato uno dei tre flussi predetti da queste simulazioni, ma non nella loro piena estensione come è prevista dai modelli. Strumenti in fase di progettazione come il Large Synoptic Survey Telescope, che potrà osservare stelle molto più deboli, dovrebbero essere in grado di identificare le altre correnti.

“Altri intrusi provenienti dal Sagittario sono là fuori in attesa di essere trovati” conclude Dierickx.

Queste scoperte sono state accettate per la pubblicazione nell’Astrophysical Journal e sono disponibili online.

Con sede a Cambridge, Mass., l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) è una collaborazione tra lo Smithsonian Astrophysical Observatory e l’Harvard College Observatory; gli scienziati del CfA, organizzati in sei divisioni di ricerca, studiano l’origine, l’evoluzione e il destino ultimo dell’universo.
[ Paolo Colona ]

https://www.cfa.harvard.edu/news/2017-02

Credit Marion Dierickx / CfA

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